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Aljafería: dai califfi all’Inquisizione spagnola – Parte I

Quando pensiamo ad esempi di architettura mudéjar in Spagna, non possiamo non pensare all’Andalusia: l’Alhambra di Granada e il Real Alcázar di Siviglia. Sapevate, però, che prima della costruzione di tali edifici, ne era stato costruito uno a Saragozza? In questo articolo, vi parlerò dell’Aljafería, una vera perla dichiarata Patrimonio dell’Umanità nel 2001, che potrete visitare quando sarete nel capoluogo aragonese.

aljaferia saragozza - edificio - aspassoperlaspagna.it

L’Aljafería di Saragozza: la costruzione

L’Aljafería venne costruita nel secolo XI per ordine del re arabo Abu Ya’ Far Ahmad detto al-Muqtadir e da qui deriva il nome dell’edificio “la casa di Ya’ Far”. La sua ubicazione originale era fuori dalle mura della città ma il suo ruolo divenne col tempo fondamentale, fino ad incorporarsi totalmente a quella che noi ora conosciamo come Saragozza: passò ad essere da casa di residenza estiva reale, a sede dell’Inquisizione, a quartier generale militare fino a diventare la sede del Parlamento aragonese.

L’Aljafería di Saragozza: le sale visitabili

Già l’entrata vi lascerà senza fiato: dall’esterno sembra un “comune” castello, ma appena varcherete la soglia vi ritroverete divisi fra un piccolo giardino di agrumi a sinistra (nei secoli scorsi ancora più bello grazie alla presenza di una piscinetta – alberca – e di canali interni che lo attraversavano) ovvero il famoso Patio de Santa Isabel e, a destra, da uno stupendo porticato in stile mudéjar, dove possiamo trovare anche una moschea reale privata. Curioso (e un po’ triste) sapere che poi, durante i secoli, quello stesso luogo sacro verrà utilizzato come cucina e come deposito di polvere da sparo, che causeranno il colore nero attuale. I colori originali di questa parte di residenza erano oro, verde, rosso e blu ma, putroppo, non sempre saremmo in grado, durante la visita, di poterli rivedere.

Aljaferia Saragozza - Patio de Santa Isabel - aspassoperlaspagna.it

Patio de Santa Isabel

Aljaferia Saragozza - porticato - aspassoperlaspagna.it

Porticato

Aljaferia Saragozza - Mosquea reale - aspassoperlaspagna.it

Moschea reale privata

Con la riconquista del territorio da parte di Alfonso I il Battagliero (El Batallador) nel 1118, l’Aljafería resta una residenza reale, ma subisce dei cambiamenti. Proseguendo nella visita possiamo infatti trovare la stanza del pozzo, luogo cruciale per la sopravvivenza nella torre nel caso di assedio in quanto era in grado di poter prelevare l’acqua dal fiume Ebro. A proposito della torre, gli appassionati di Giuseppe Verdi potrebbero già conoscere l’Aljafería per la Torre del Trovador. E’ proprio qui che il maestro aveva ambientato l’opera tratta dal dramma di Antonio García Gutiérrez, “Il trovatore”.

Aljaferia Saragozza - pozzo - aspassoperlaspagna.it

Nel frattempo, non dimenticate di guardare anche i soffitti e il suolo: troverete la parte di pavimentazione originale dietro un cordoncino di sicurezza e vi accorgerete dei soffitti originali dal colore più sbiadito.

Aljaferia Saragozza - pavimento - aspassoperlaspagna.it

Aljaferia Saragozza - soffitto - aspassoperlaspagna.it

Salendo le scale, arriverete nella sala Pedro IV, una “sala riunioni/eventi” con un grande tavolo con 30 posti a sedere che, col tempo passò ad essere la stanza nella quale l’Inquisizione discuteva ed emetteva sentenze: se si veniva giudicati colpevoli, si passava nella parte riservata alle prigioni dove non possiamo non notare i segni lasciati dai prigionieri: una chiesa, un uomo e delle scritte (sul muro) e una scacchiera (sul suolo), oltre a un pilastro ancora ben conservato della torre.

Aljaferia Saragozza - sala Pedro IV - aspassoperlaspagna.it

Sala Pedro IV

 

Aljaferia Saragozza - prigione - aspassoperlaspagna.it

Segni lasciati dai prigionieri

Per ora ci fermiamo qui con la nostra visita “virtuale”, ma se volete leggere la seconda parte, potete cliccare qui.

Se volete vedere altre immagini del mio viaggio a Saragozza, le trovate su Instagram con l’hashtag #aspassoperzaragoza 😉

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