Era un lunedì pomeriggio, giorno di mercato, quando, all’improvviso, la storia di un piccolo ma strategico paesino dei Paesi Baschi, cambiò per sempre. Il 26 aprile 1937 avvenne il famoso quanto orribile bombardamento di Guernica.
Gernika (il suo nome in basco) è un paesino che si trova a 40 km da Bilbao, la città più importante del nord-est della Spagna. All’epoca, la guerra civile stava logorando la Spagna e i Paesi Baschi, che nei secoli sono sempre stati una delle regioni più difficili da conquistare (sia a causa della conformazione fisica del territorio sia per la forte unione della sua gente), stavano subendo le pressioni delle truppe franchiste che si avvicinavano sempre più.
Fu quel lunedì pomeriggio che la Legione tedesca Condor, appoggiata anche dalla Aviazione Legionaria Italiana, decisero, sicuramente d’accordo con Francisco Franco, di bombardare a tappeto la città di Guernica.
L’attacco durò circa 4 ore durante le quali vennero sganciate più di 30.000 kg di bombe, esplosive ma soprattutto incendiarie, che vennero buttate sui tetti delle case e che provocarono la distruzione dell’intera città e di incendi che fu possibile spegnere solo il giorno dopo.
La popolazione venne sorpresa dalle ondate di attacchi e cercò di rifugiarsi in alcuni bunker, pubblici o privati, di Guernica. Il problema principale fu però il fatto che molti rifugi non erano stati ancora terminati e non fossero in grado di poter ricevere tutta quella gente: i sopravvissuti parlano di come quasi subito iniziò a mancare l’aria a causa degli inefficienti sistemi di ventilazione, della polvere e terra alzata dai bombardamenti ma, soprattutto, dall’ammassarsi della gente.
Quando gli attacchi finirono era quasi notte e chi era sopravvissuto non poteva credere a quello che stava vedendo: la città era distrutta e i morti erano tantissimi, uccisi non solo dalle bombe ma anche da mitragliate arrivate proprio da altri aerei. Quanti furono i morti di Guernica? Non si è mai riusciti a quantificarli, qualcuno parla di qualche centinaia, altri di circa 2000. Molti furono i dispersi e i morti arsi vivi dalle bombe incendiarie. Non aiutò certo il fatto che qualche giorno dopo le truppe franchiste arrivarono in città e distrussero gli archivi anagrafici ancora esistenti.
Si è sempre pensato che Guernica fosse stata attaccata inizialmente per due obiettivi strategici: le fabbriche di armamenti che si trovavano nella zona industriale e il Puente de Renteria (che, per ironia della sorte, rimasero intatti insieme alla Junta de Bizkaia, al famoso albero di Guernika sotto al quale venivano rinnovati i fueros – gli statuti baschi – dai vari sovrani spagnoli e a parte della Chiesa). Queste teorie vennero presto sostituite da quelle che spiegano l’attacco come una vera e propria sperimentazione militare che avrebbe avuto l’obiettivo di affossare il morale dei Gudari (l’esercito basco) e facilitare l’avvicinarsi sempre di più a Bilbao, il vero obiettivo. Perché questo cambio di teoria? Perché per distruggere questi punti strategici non sarebbero servite tante bombe ma, soprattutto, perché mitragliare la popolazione civile in un pueblo che non aveva neanche la contraerea?
Chi contribuì a informare l’opinione pubblica straniera fu soprattutto l’inviato di guerra George L. Steer del “The Times”. Fu da quell’indignazione che nacque una delle opere d’arti più famose di Pablo Picasso “Guernica” ed è grazie a quell’eco internazionale che si è potuta scoprire la verità sui fatti, molto differente da quella raccontata da Franco stesso.
Nel 1997, la Germania chiese ufficialmente scusa alla città di Guernica per la sua partecipazione agli eventi mentre i Baschi pretendono ancora (a ragione) le scuse del Governo italiano che, purtroppo, dopo più di 80 anni non sono ancora arrivate.
Chiara
Ho ripassato la simbologia del quadro di Guernica proprio l’anno scorso con un ragazzino che lo portava come argomento per l’esame di terza media, mi sarebbe stato utile sapere tutte le informazioni che ci hai raccontato oggi! 🙂
Stefania
Ciao Chiara! Che peccato averlo visto solo ora! 🙁
Vagabondele
Non avevo saputo leggerlo quando ebbi modo di vederlo e ad essere sincera non mi era piaciuto per nulla..
Ora posso dire che lo vedo con altri occhi.
Grazie
Stefania
Grazie a te per il bel commento! 🙂
Ilaria
Articolo molto interessante Stefania, che spiega il motivo di un quadro, che colpisce sempre molto come un’istantanea di una tragedia!
Stefania
Grazie mille Ilaria! Venerdì, invece, uscirà l’articolo proprio sul quadro Guernica di Picasso 😉
Sara
Molto interessante! Non sapevo tutte queste cose!
Stefania
Grazie mille Sara!
Lucialesley
Io proprio non conoscevo la storia di Guernica ma solo il famoso quadro! Incredibile di quante schifezze sia capace l’uomo! Che poi si pensa che la guerra sia la cosa peggiore è invece non c’è mai fine al peggio! Probabilmente la fabbrica di armi non l’hanno distrutta perché l’obiettivo era conquistarla più che eliminarla!
Stefania
Ciao Lucia! Si, purtroppo l’uomo è il peggiore degli animali nonostante creda di essere il più intelligente 🙁 Per la fabbrica di armi, ho pensato anche io lo stesso o forse avevano solo bisogno di una “scusa”
Mariacarla
bellissimo articolo ! Ero rimasta veramente colpita dal dipinto forte e lugubre al tempo stesso
Stefania
Grazie mille Mariacarla! E’ un quadro che ha colpito molto anche me 🙂
Girovagandoconstefania
Un eccidio senza ragione in ogni caso non comprenderò mai il desiderio degli uomini di fare le guerre che portano solo morte! Il dipinto di Picasso è stupendo 🙂
Stefania
Ciao Stefania! Hai assolutamente ragione, come tutte le guerre 🙁
Celeste
Articolo interessantissimo.
Come sai amo i Paesi Baschi, e la Guernica di Picasso è senza dubbio l’opera che ho avuto la fortuna di vedere che più mi ha emozionato. Purtroppo non credo che le scuse dal governo italiano arriveranno mai… in certe cose siamo bravissimi a farci riconoscere
Stefania
Ciao Celeste! Grazie mille! anche io, come te, mi sono emozionata davvero tanto… Mi spiace dirlo, ma per le scuse hai assolutamente ragione …purtroppo…. 🙁